
Mettendomi ancora una volta in gioco per rappresentare il Ticino al Consiglio degli Stati, ho pensato in primo luogo all’esperienza e alla fitta rete di conoscenze nella politica e nell’amministrazione federale – ma anche nell’economia privata – che ho accumulato negli anni e che posso più che mai mettere a disposizione del mio Cantone, in una nuova legislatura che si annuncia ricca di sfide e persino di pericoli per gli interessi delle regioni periferiche e soprattutto per la nostra minoranza.
La rinuncia alla
ricandidatura del collega e amico Fabio Abate ha contribuito a questa
decisione, perché sarebbe dannoso per il peso specifico che il Ticino deve
esercitare nella politica federale cambiare contemporaneamente i suoi due
“senatori”. Non solo: per garantire la credibilità del nostro Cantone agli
Stati sono profondamente convinto che sia importante mandarvi due
rappresentanti dei partiti di centro, capaci di tessere alleanze nei due gruppi
centrali nel funzionamento della
Camera dei Cantoni,
ed ho proposto di fare questa corsa in tandem (o in “ticket”) con il candidato
PLR Giovanni Merlini.
È una scelta poco
frequente sin qui nei partiti storici ticinesi, anche se spesso praticata in
altri Cantoni. L’elettore è sovrano e ci dirà se apprezza questa strategia, ma
sono personalmente convinto che si tratti di superare una volta per tutte le
remore del passato, e concentrare gli sforzi per una politica del “fare”
rispetto alla politica dello “strillare” di cui abbiamo troppo spesso pagato il
prezzo, perdendo occasioni importanti a Bellinzona come a Berna, e che sempre
più caratterizza i poli estremi dello schieramento politico.
Personalmente sono
pronto con rinnovato entusiasmo e immutata energia a battermi per il Ticino
anche nei prossimi quattro anni: c’è ancora tanto da fare, ed ho voglia di
farlo!